giovedì 15 gennaio 2009

L'aruolamento

Insomma... Non si può pretendere che uno vada in giro ad avvelenare il mondo e riesca a non pensare mai alla cosa. Capita a tutti di avere un momento di sconforto... un po' di debolezza.

Io ho avuto il mio dopo che mi ha scritto il fisico... si quello li, quello della luce dell'amore. Lui dice di amare tutti, proprio tutti. Tutti tranne qualche miliardo di persone e il suo collega di filosofia.

Allora stasera, ero un po' sul depresso-visionario-mistico, sapete quella sensazione che si prova dopo che la vostra ex moglie vi ha fatto nuovamente causa, la fidanzata vi ha appena comunicato che non è sicura che questa sia la storia giusta per lei (però restiamo amici...) e tu a cena hai approfondito la conoscenza con quel Sassicaia, che è l'unica cosa decente servita dall'osteria?

Insomma ecco mi sentivo un po' cosi. E poi mi sono detto “tutta questa gente che scrive, fotografa filma. Hanno pur diritto di sapere qualche cosa”. Cosi ho deciso di confessare.

Ecco la mia storia cominciando dalla sera in cui sono stato arruolato nel New Word Order.


L'arruolamento.

Come sempre, queste storie cominciano in una fredda sera di pioggia. Avevo appena pagato il conto della cena. 7,15 euro per un petto di pollo alla piastra, un piatto di patate al forno, un bicchiere di vino novello e un caffè. Capite che, un locale che fa pagare 7,15 euro una cena, per quanto scarna, non è certo un posto d'alta classe. Però ci vado volentieri. Lo frequento da veramente tanto tempo, ed è un po' come quando ti consoli tra le braccia di una vecchia amica. Il seno non sorregge più la tua testa mentre ti accarezza i capelli come quando aveva 20 anni, però ci stai bene ugualmente e non ci fai troppo caso.

Ho anche un altro motivo per recarmi li la sera. Una signora olandese, con bellissimi occhi chiari, che talvolta aiuta a servire ai tavoli, o vi si reca come semplice frequentatrice. Il fatto che questi occhi abbiano ai lati delle profonde zampe di gallina, non ne sminuisce, davanti ai miei, il fascino. Anzi contribuisce a dare al tutto quell'aria un po' decadente che tanto piace a spie, depistatori e collaboratori di servizi segreti vari.

Comunque, per non farla troppo lunga, quella sera la signora occhi chiari non c'era. Pago, esco e mentre cerco nelle tasche del parka le chiavi dell'auto... devo dire le tasche per me sono sempre state un problema. D'estate non ne ho mai abbastanza per infilare tutto. Giro con mucchi di roba in mano. Portafogli, mazzi di chiavi delle quali io stesso per due terzi non so cosa debbano aprire, riviste, telefoni cellulari, gomme da masticare fogli con appunti vari. D'inverno tutta questa roba si smista tra le svariate tasche, di svariati strati di vestiario e siccome sei comunque abituato ad avere le mani occupate da oggetti che non sai bene perché, ma ti porti in ogni caso dietro, finisce che in mano ti ritrovi sempre: riviste, bollette della luce, ulteriori foglietti con appunti. Per cui la ricerca delle chiavi della macchina si trasforma a metà, tra una danza tribale e un atto di autoerotismo. Con mani che si scambiano a vicenda oggetti vari e quella, alternativamente libera, che fruga dentro agli abiti ad un ritmo via via più frenetico mano a mano che ti cresce il dubbio di averle definitivamente perse.

Ecco. Ero impegnato in questo consueto rituale quando sento alle mie spalle un rumore di passi in avvicinamento ed una voce appena sussurrata che dice: “hem lei, si lei, le devo parlare”. Un rapido esame di coscienza giusto per accertarmi che:

A) Recentemente non ero uscito con donne sposate (anche nel passato prossimo ed in assoluto era un po' che le donne non transitavano prossime alla mia esistenza).

B) Nessuno ormai da tempo mi faceva credito per cifre tali, per cui valesse la pena di venirmi a chiedere la restituzione del debito, a quell'ora e con questo freddo.

C) Se voleva le chiavi della Panda o il portafoglio, mi sentivo abbastanza codardo per poterglieli dare senza ingaggiare duelli rusticani.

Cosi tranquillizzato mi girai di malavoglia. Certo comunque che doveva trattarsi si una qualche grana. I piedi, che poco avevano collaborato alla ricerca precedente, cominciavano a sentire gli effetti del freddo uniti a quelli dell'umidità e mi comunicavano insistentemente che avrebbero preferito trovarsi a casa dentro le pantofole con il muso di Pippo.

“Si mi dica?” chiesi, con un tono che scivolo inevitabilmente nel falsetto.

“Piano non urli”, disse l'altro.

Adesso che lo vedevo bene, sembrava un venditore di assicurazioni o di aspirapolvere. Mi consolai pensando che in giacca e camicia non avrebbe potuto trattenermi li fuori a parlare a lungo. Incredibilmente, malgrado le pozzanghere e la pioggia che continuava a cadere, le sue scarpe erano lucidissime e brillavano quasi quanto il costoso orologio che s'intravvedeva sotto il polsino.

“E' lei che scrive queste cose?” bisbiglio mentre mi allungava un paio di fogli. Cercai di esaminarli alla luce dei fari delle macchine di passaggio. Si trattava della stampa, di alcuni articoli del mio blog. In quegli articoli cercavo di spiegare come le scie, che si vedono comunemente in cielo dopo il passaggio di un aereo, siano solo innocue scie di condensa. Non segno evidente della volontà di qualche malvagio governo di trattare i suoi abitanti con il DDT.

Pensai subito “Non ho considerato l'opzione D”. Ovvero che uno dei fanatici sostenitori delle scie chimiche, avesse scoperto dove abitavo e avesse deciso di darmi direttamente la sua personale visione del cosmo, della luce e dell'amore.

Mentre cercavo una scusa, non troppo codarda, per svicolare, il venditore di aspirapolvere continua: “Si si è lei. Si vede dalla foto. E poi abbiamo già tutte le informazioni che ci servono. Lei è quello sfigato che è stato lasciato dalla moglie e da svariate fidanzate, con una prole parzialmente a carico e che non riesce a farsela dare da quella tipa avanti con gli anni e le zampe di gallina attorno agli occhi”.

Ecco il mondo è spesso cosi. Tu cresci convinto dell'esistenza di un signore pacioccone, con la barba, che una volta all'anno si ricorda che sei stato buono e ti porta un regalo, poi arriva un tizio vestito da venditore di aspirapolvere e ti dice che babbo natale non esiste.

A questo punto, quasi desideroso che si tratti di un seguace del comandante, mi ergo in tutti i miei 172 centimetri di statura e con tono che vorrebbe essere minaccioso lo guardo e dico: “Cosa vuole?”

Non fa una piega. Sembra un pupazzo in grado di muovere solo le braccia e la bocca. I piedi, le gambe ed il busto sull'attenti. Io ho i pantaloni inzaccherati dagli spruzzi delle auto che continuano a passare e i piedi bagnati. Sulle sue scarpe non è caduta nemmeno una goccia di pioggia.

“Non si agiti” Dice. “Mi manda direttamente il grande capo... grande.. insomma non è proprio grande ma è il capo”.

“L'altro ieri, mentre navigava in rete alla ricerca di idee su come svestire, hem, scusi, vestire le vallette per i programmi della prossima stagione, si è imbattuto per errore nel suo blog. Sa? Era convinto che Orsovolante fosse il nome di un reality girato a bordo di un dirigibile” Sorride e continua: “In ogni caso ha dato un po' un occhiata a cosa scrive lei, a cosa hanno scritto i suoi denigratori e si è convinto che lei è dei nostri”.

“No guardi” cerco di dire, “è un equivoco io...”

“No no, non sia timido. Sa governare un paese non è semplice. Non possiamo sempre sapere tutto quello che fanno i nostri collaboratori. Dobbiamo fidarci... delegare. Prenda questa cosa delle scie chimiche. Il capo non ne sapeva nulla. Nemmeno io che sono il suo segretario e so spesso più cose di lui. Però ci stiamo informando. Se qualcuno dei nostri ha deciso che si doveva fare questa cosa avrà avuto i suoi buoni motivi. E poi si capisce subito che questi scialchimisti sono sovversivi. Prenda quella storia dei nanoughi... nanolughi...”

Provo ad aiutarlo “nanomughi?”

“Ecco si quelli. E' evidente che è rivolta contro il capo. Sa lui non vuole sentir parlare di nani nemmeno al singolare”

Continua senza lasciarmi intervenire:”Allora senta. Io non so ancora dirle chi sarà il suo diretto superiore. Come le ho detto non possiamo seguire tutto. Ma abbiamo assunto un po' di ricercatori, precari, con contratto a progetto, per trovare questo ente che non sapevamo di avere... l'NRO...MCO..”

“NWO” butto li io.

“Ecco si bravo l'NWO. Appena scopriamo chi lo dirige le faremo avere uno stipendio adeguato. Nel frattempo il capo si è premurato di farle avere una carta di credito per le prime necessità.” E cosi facendo, con un gioco di prestigio, fa comparire tra le mani un pezzo di plastica lucido formato biglietto da visita e me lo porge.

Lo prendo, non riesco a vederlo bene, il lampione è rotto e non passano macchine. Lo aggiungo al mucchio di roba che tengo nella mano sinistra. Incastrato tra l'Espesso di 3 settimane fa, ormai fradicio e l'anulare.

I piedi del venditore di aspirapolvere si rianimano. “Ora devo andare.” Dice mentre si gira. “Ma ci rimetteremo presto in contatto con lei”. Fa un paio di passi allontanandosi... si ferma. Torna indietro di uno. “Senta nel frattempo ci sarebbero un paio di cose che potrebbe già fare”. Taccio. “Sa la storia dei nanoluigi... nanofilippo...”.

“Nanomughi” sospiro rassegnato.

“Ecco bravo quelli. Veda se riesce a trovarle un altro nome... sai i nani... il capo..”

“E la seconda?” Chiedo.

“Si. Ha presente l'aereo che vola e fa le scie a poche centinaia di metri dal suolo in val Camonica?”

Faccio segno di si con la testa.

“Ecco al capo va bene. Però dovrebbe fare un piacere ad un amico e si chiedeva se...”

“Se?” Chiedo.

“...se per la primavera non si potesse trovare il modo di fargli fare la scia verde?” Conclude lui.

Ricomincia ad allontanarsi più deciso. In quel momento passa un ambulanza ed alla luce blu del lampeggiante riesco a dare un occhiata al pezzo di plastica che ho in mano.

“Hei. Ma è una social card!!!” urlo dietro al venditore di aspirapolvere che sta per sparire sotto la pioggia.

“Be sa di questi tempi. La crisi, il gas che scarseggia..dobiamo tenere un basso profilo. Ma non si preoccupi. Come le ho detto appena troviamo chi dirige l'NGO... si il coso li... Insomma stia tranquillo ci penseremo”

16 commenti:

  1. ficoh! anche a me e' andata piu' o meno così!

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  2. Accidenti!
    Protesterò alla sede di Man-hattan.
    A noi solo i biglietti per la lotteria delle green-card mmerricane!

    Certo, non ci sono più gli NWO di una volta...

    p.s.
    Carinissimo davvero.
    Spero tu ti renda conto, naturalmente, che ora saremo costretti ad eliminarti.
    Ma, in considerazione dei servigi sino ad ora prestati, ti verrà concessa la scelta delle modalità: ti va bene fare parte (fisicamente) di una statuetta di nano-mungo per il giardino del Gran-Lup-Mann Paolo Attivissimo?

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  3. Agente NWO0006663245, lo sai che trattamento riceverai dopo questo sputtanamento vero?!

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  4. Direi di seppellire l'Occultatore pentito in uno dei piloni del ponte Man-Svizzera di prossima costruzione.

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  5. C'è un impostore in giro.... Io non ho mandato il mio segretario da NESSUNO! E non ce lo con i nani!

    ;-))))

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  6. Affascinante. Mi lascia perplesso la presenza di una copiaa de L'espresso! :P

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  7. @Alessandro
    In realtà in edicola acquisto la prima rivista all'apparenza seria, che mi capita sottomano, da utilizzare per nascondere le altre letture di tipo più ludico :-D

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  8. Ma quindi volano bassi per farsi vedere meglio dal nano?

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  9. @markogts per saperlo devi aspettare le prossime puntate...

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  10. Che dire...

    Complimenti per il racconto.

    Io pero' non ho l'aspetto del venditore di aspirapolvere :D

    Saluti
    Michele

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  11. Confermo. Michele Hanmar, il mio segretario, non sembra un venditore di aspirapolvere.
    Inoltre lui usa gli stivali anti acqua alta.....

    Ciao da Miguel

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  12. Guarda, è venuto anche da me per l'arruolamento tempo fa... era Mastrota e aveva il tipico abbigliamento del venditore di materassi...

    Cominciamo male, l'NWO ha bisogno di persone che notino i particolari... ;-)

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  13. Bello!

    Però che nessuno si sia accorto del titolo...

    L'aruolamento ;)

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  14. Eh non vale! A me manco la social card han dato!!

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